Filiberto Farci

Filiberto Farci
Seui: Museo "Casa Farci" (foto di Giuseppe Deplano, giornalista - copyright © 2008 - riproduzione riservata)

3.Il giornalista

Come giornalista Filiberto Farci muove i primi passi ne “Il Mazziere”, il foglio cagliaritano fondato nel 1904 da Giovanni De Francesco. Successivamente collabora col settimanale nazionalista “Il Maglio” (1913-4).
Profondamente legato alla sua terra natale, nei suoi articoli evidenzia sempre a chiare lettere le sue convinzioni e le aspirazioni, che sono riconducibili ad un unico grande ideale: “l’autonomia della Sardegna, che…” - secondo lui - “… apriva la strada maestra che doveva condurre alla risoluzione del secolare problema sardo, la strada che si doveva fatalmente percorrere per la rinascita del nostro popolo”. Per questa ragione nel dicembre 1917, nello studio dell’ingegner Davide Cova, in piazza Martiri d’Italia a Cagliari, assieme a Giovanni Maria Lei Spano, Giuseppe Musio, Michele Saba, Emanuele Piga, Giuseppe Ardau, Umberto Cao ed Egidio Pilia fonda il “Popolo Sardo”. Uscito inizialmente come settimanale (per trasformarsi in bisettimanale), dopo una vita contraddistinta da alterne vicende, questo foglio cessa le pubblicazioni solamente dopo appena due anni, nel 1919. Nelle sue pagine si raccolgono in un grande coro tutti quei fermenti innovatori di coloro che si battono strenuamente per una rinascita della politica sarda e credono in una nuova era per la nostra martoriata isola.
Spetta proprio al nostro giovane barbaricino, nel primo numero, il compito di presentare il nuovo periodico, che presenta come: ”Giornale creato da un gruppo di intellettuali indipendenti, pugnace manipolo di antesignani, vera pattuglia di punta, che avevano chiara conoscenza delle umilianti condizioni in cui l’isola giaceva, prosternata fra la sistematica dimenticanza dei governanti e la supina acquiescenza della rappresentanza politica sarde: giornale animosamente battagliero, di inconfondibile impronta che si proponeva di suscitare il movimento di masse per ricondurre la Sardegna alla riscossa”. Il principale obbiettivo di questa testata è di attuare una battaglia di pensiero, per sostenere il principio di giustizia e libertà. “La redazione” - ricorda Farci sulle pagine del Solco del 18 marzo 1945 - “...era una specie di consesso di arcigni Aristarchi che non transigevano, che non risparmiavano nessuno. Si passava al vaglio, con la stessa inflessibile severità, anche gli scritti dei redattori: e non vi erano riguardi personali. Il giornale divenne in breve l’antesignano del divenire politico isolano.” Ed aggiunge Farci: “ Anche i combattenti sardi, che tornavano vittoriosi dalla grande guerra, capirono subito la forza ideale e costruttiva del movimento iniziato dal “Popolo Sardo” e lo fecero proprio, auspice Emilio Lussu.... - Così avvenne la fusione del gruppo del “Popolo Sardo” con i combattenti, e subito fu iniziata la grande lotta per la conquista della rappresentanza sarda in Montecitorio. Lotta che si concluse con una clamorosa sconfitta dei vecchi parlamentari sardi e con la trionfale affermazione del principio autonomistico, che in seguito, divenne il verbo politico, animatore del Partito Sardo d’Azione.”
Numerosi articoli del Farci compaiono anche in “Vita Cagliaritana”. La rivista diretta da Luigi Pompeiano. Nel 1920, insieme a Egidio Pilia, fonda e cura “Sardissima”, rassegna mensile di lettere, politica, economia (rimasto numero unico). Le altre testate a cui collabora sono: “La Gazzetta del Popolo della Domenica” di Torino, “Sardegna Letteraria” e “La Nuova Sardegna” di Sassari, “Il Nuraghe” e “L’Unione Sarda” di Cagliari, ed infine i romani “La Rivista Sarda” e “Il Giornale d’Italia”. (Giuseppe Deplano
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