Filiberto Farci

Filiberto Farci
Seui: Museo "Casa Farci" (foto di Giuseppe Deplano, giornalista - copyright © 2008 - riproduzione riservata)

mercoledì 28 gennaio 2015

“Emilio Lussu, combattente per la libertà”: si parla anche di Filiberto Farci


EMILIO LUSSU, UN COMBATTENTE PER LA LIBERTA’
Convegno di studi – Cagliari – “Il Ghetto”: sabato 31 gennaio 2015, ore 9,30

Tra le relazioni:
“Filiberto Farci ed i suoi rapporti con Emilio Lussu”
a cura di Giuseppe Deplano

martedì 28 gennaio 2014

Filiberto Farci, il “Sardissimo”, riscoperto dopo anni d’oblio

Dopo la morte di Filiberto Farci, avvenuta nel febbraio del 1965, per quasi venti anni cala un velo di silenzio sulla figura e le opere di questo illustre seuese.
Bisogna aspettare gli anni ’80 perché si desti l’attenzione sul “Sardissimo”. Dopo la pubblicazione di un suo profilo inserito da Francesco Alziator nella sua “Storia della letteratura di Sardegna” (Edizioni 3T, Cagliari 1982, pag. 498-500), è però il sottoscritto, Giuseppe Deplano (con “Vita e opere di Filiberto Farci” in Bollettino Bibliografico della Sardegna, IV, 1987, pag. 83-89) a contribuire in modo determinante a togliere la cappa di silenzio e con la sua attività (giornalistica, editoriale, convegnistica e internet) a ridestare l’attenzione sull’indimenticato Filiberto Farci. Da quel momento si è concretizzato un fortissimo, diffuso e crescente interesse che continua ancora oggi sulla figura di questo indimenticato politico e letterato, orgoglio dell’intera comunità seuese. Esempio di “umanità virtuosa”, come lo ha definito lo scrittore e giornalista Paolo Pillonca in occasione della presentazione della recente pubblicazione del Farci “Gioele Flores e altri racconti”, tenutasi a Cagliari il 18 febbraio 2011.

sabato 19 febbraio 2011

Filiberto Farci, antifascista e precursore dell'autonomia della Sardegna

Filiberto Farci, detto “il sardissimo”, nasce a Seui, nel cuore della Sardegna, nel 1882. Compie gli studi superiori a Cagliari. Nel 1908 si laurea in giurisprudenza. Nel 1916 segue la seconda in lettere a Torino. La terza, in filosofia, non può discutere la tesi per il suo rifiuto di indossare la camicia nera. Per vari anni insegna in alcuni istituti superiori sardi e della penisola, ma con l’avvento al potere del fascismo, lascia l’insegnamento e ritorna al suo impiego nell’Intendenza di Finanza.
Esponente di spicco della cultura sarda del primo ‘900, Filiberto Farci scrive poesie, novelle, liriche e saggi. Nel 1903 pubblica “Rusticane”, una raccolta di novelle con la prefazione di Grazia Deledda. Suoi sono anche numerosi saggi critici tra i quali: “Domenico Alberto Azuni: giureconsulto e storico sardo del sec. XVIII”, pubblicato in occasione delle onoranze al fondatore del diritto marittimo, e nel 1923: “Un filosofo poeta di Sardegna: Antioco Zucca”.
Farci è anche romanziere e giornalista. Oltre ad un ingegno estremamente versatile, presenta uno stile personale, generoso e sincero, che si differenzia dagli altri letterati del periodo. È proprio in un suo romanzo, “Edera sui ruderi”, che noi troviamo un esempio illuminante di queste sue finalità, dove vi si evidenzia il suo forte sentimento ed impegno politico e sociale, che fin dalla gioventù fu attratto dal movimento di idee teso all’autonomia e redenzione sociale, politica ed economica della Sardegna. Il romanzo, pur denunciando la gravissima situazione politica e sociale della Sardegna del primo dopoguerra, intende infondere nelle coscienze un messaggio di speranza, di rinascita dell’isola. Il Farci opera in un delicato periodo storico, durante il quale si allarga il dibattito ideale teso alla riscoperta e alla valorizzazione della civiltà sarda, chiaramente espresso con una denuncia dei mali dell’isola e con una critica alla politica centralistica esercitata dal governo di Roma. Amico di Sebastiano Satta, di Francesco Ciusa e di Emilio Lussu, propugnatore della autonomia della Sardegna, il Farci è riconosciuto tra gli antesignani del movimento autonomista sardo, prima della fondazione del Partito sardo d’azione. Fu anche anima e firma di primo piano del giornale “Popolo sardo”. Un periodico fondato nel 1917 insieme Giovanni Maria Lei Spano, Giuseppe Musio, Michele Saba, Emanuele Piga, Giuseppe Ardau, Umberto Cao ed Egidio Pilia. A seguito della presa del potere del fascismo e la soppressione delle libertà con cui il regime obbliga a tacere ogni suo avversario, questo orgoglioso seuese si ritira seppur solo apparentemente in disparte ed in silenzio. Infatti durante il ventennio, continuerà a tenere i contatti con i vari antifascisti, compresi quelli in esilio, come il Lussu. “Nei tempi del silenzio, Farci indicò, con l’esempio, come si può resistere, e come si può restare al posto di combattimento in difesa dei propri ideali e delle proprie speranze, specialmente quando questi sono speranze e ideali del popolo al quale si appartiene. – ricorda Peppino Barranu – Farci era quello che si dice un uomo tutto d’un pezzo, una quercia ogliastrina diritta e dura che visse senza piegarsi al fascismo, giudice severo di quelli che al regime fascista si erano sottomessi e di quelli, soprattutto, che di esso si servivano per soddisfare personali ambizioni ed interessi”. Durante questi anni bui della storia del nostro Paese, Farci concentra le sue energie e indirizza la sua produzione letteraria verso i giovani, “…continuando nella pratica il vecchio programma: alere flammam, alimentare la fiamma di sardità attraverso la difesa dell’identità del suo popolo, della gente sarda”. Così lo ricorda Barranu.
Con la liberazione della Sardegna e il ritorno della democrazia e delle libertà lo ritroviamo tra i rifondatori a Cagliari del Psd’Az, di cui ne diventa il primo segretario cittadino del dopoguerra. Come assessore alle finanze fa parte anche della prima giunta comunale, guidata da Cesare Pintus.
Subito aderisce e ricopre incarichi di primo piano anche nel Partito Sardo d’Azione Socialista, la formazione politica guidata da Emilio Lussu, nata nel 1948 dalla scissione dal Psd’Az. Quando, dopo due anni di attività questo partito confluisce nelle file del Partito Socialista Italiano Filiberto Farci è l’unico esponente di primo piano a dissociarsi da tale scelta e dall’azione politica dello stesso Lussu.
Deluso per questi ultimi avvenimenti e per il crescente imbarbarimento della politica il Farci si ritira a vita privata. Ma, il fiero spirito combattente e vittorioso che sta in lui non ha ancora deposto definitivamente le armi della battaglia politica. Infatti è in prima fila, nel 1953, nella lotta contro la riforma elettorale in senso maggioritario (“legge truffa”).
Muore a Cagliari il 18 febbraio 1965, un po’ in sordina, nonostante sia stato uno dei principali protagonisti della cultura e dell’impegno socio-politico, non solo della Sardegna, della prima metà del XX secolo. (Giuseppe Deplano, copyright © 2011 – riproduzione riservata)